Attila distruggeva le piante del salotto e Simonetta
si limitava a qualche breve protesta, più che altro teneri rimproveri misti ad
ammirazione che inorgoglivano la vanità e il senso di protagonismo del cuccioletto, che
ben presto prese il vizio di affilarsi le unghie sulle stesse sue gambe.
Simonetta, è vero, si lamentava e spesso mostrava agli ospiti i lunghi graffi
che le attraversano i polpacci ma, più che indignata, pareva compiaciuta di
convivere con un monellaccio di tal fatta. D’altra parte gli artigli di Attila
erano ancora così teneri... Ma, al di là di queste scaramucce, Simonetta e Rodolfo volevano bene ad Attila ed erano felici di mostrare ai loro nipoti quanto il
loro ospite-padrone crescesse in salute e bellezza. Da allora più di un anno è passato e Attila si è fatto adulto: un giovane gatto educato e dotato di una certa saggezza. Non che si sia sottomesso a Rodolfo - questo non avverrà mai - ma ne riconosce il ruolo o, per lo meno, fa finta. Si muove con compostezza e, forse con l’intento di proteggere i suoi “padroni”dagli intrusi, ha sviluppato una certa diffidenza verso gli estranei. Anche i frequentatori non abituali della casa vengono accolti con una certa freddezza. Fare la guardia: è questo il compiuto che Attila ha scelto di assumersi, tanto più che sente spesso Simonetta ricordare con rimpianto gli amati amici cani che le hanno fatto compagnia nella vita. A volte la vede tirar fuori le loro fotografie per mostrarle agli ospiti con orgoglio e rimpianto. Non sia mai che le venga la malaugurata idea di portare un cane in casa sua!
