Attila è un gatto bello e fortunato. Entrato a far
parte della famiglia di Rodolfo e Simonetta Vivaldi più o meno in contemporanea
alla nascita della Domus, fin da cucciolo ha dimostrato un gran carattere,
sfidando il padrone di casa, il cui legittimo intento era quello di educarlo al rispetto
di divani, sedie e suppellettili. Degna di nota era l’ostinazione del morbido
micetto nel rivendicare la libertà di scorrazzare e sonnecchiare sul tavolo da
pranzo, un’abitudine che Rodolfo proprio non tollerava. “Giù!”, “Per favore,
scendi dal desco!” e anche qualche energico e spazientito “Pussa via!”. Non
c’era verso di fargli intendere che quel meraviglioso spazio rialzato dove gli
era consentito di guardare i due coniugi direttamente negli occhi non era a sua
completa disposizione. Com’era possibile che quel signore, altrimenti gentile
e carezzevole a cui si sentiva particolarmente affine per via del comune
possesso di un bel paio di baffi, non volesse condividere con lui quel grande
tavolo dove, in certe ore del giorno, comparivano deliziosi manicaretti? E, in
effetti, secondo il suo particolare modo di vedere le cose essenzialmente
felino, Attila non aveva torto: di quella casa, luminosa e spaziosa, dotata di
un lungo terrazzo vista mare, lui non si sentiva ospite ma padrone! Le cose andavano decisamente meglio con Simonetta: lei
sì che aveva capito come rapportarsi con
Attila, micio dal luminoso futuro il cui morbido mantello rosso e i cui
occhi color oro rimandavano alla regale figura di Federico II imperatore. Attila distruggeva le piante del salotto e Simonetta
si limitava a qualche breve protesta, più che altro teneri rimproveri misti ad
ammirazione che inorgoglivano la vanità e il senso di protagonismo del cuccioletto, che
ben presto prese il vizio di affilarsi le unghie sulle stesse sue gambe.
Simonetta, è vero, si lamentava e spesso mostrava agli ospiti i lunghi graffi
che le attraversano i polpacci ma, più che indignata, pareva compiaciuta di
convivere con un monellaccio di tal fatta. D’altra parte gli artigli di Attila
erano ancora così teneri... Ma, al di là di queste scaramucce, Simonetta e Rodolfo volevano bene ad Attila ed erano felici di mostrare ai loro nipoti quanto il
loro ospite-padrone crescesse in salute e bellezza. Da allora più di un anno è passato e Attila si è fatto
adulto: un giovane gatto educato e dotato di una certa saggezza. Non che si sia
sottomesso a Rodolfo - questo non avverrà mai - ma ne riconosce il ruolo o, per
lo meno, fa finta. Si muove con
compostezza e, forse con l’intento di proteggere i suoi “padroni”dagli
intrusi, ha sviluppato una certa diffidenza verso gli estranei. Anche i frequentatori non abituali della casa
vengono accolti con una certa freddezza. Fare la guardia: è questo il compiuto
che Attila ha scelto di assumersi, tanto più che sente spesso Simonetta
ricordare con rimpianto gli amati amici cani che le hanno fatto compagnia nella
vita. A volte la vede tirar fuori le loro fotografie per mostrarle agli ospiti
con orgoglio e rimpianto. Non sia mai che le venga la malaugurata idea di portare un cane in casa sua!