lunedì 8 marzo 2021

GLI ACQUERELLI DI ELISABETTA SEMERIA

 

La fortunata mostra Pittori figurativi a Nervi, che ebbe luogo al Castello panoramico situato all'inizio della passeggiata Anita Garibaldi  nel maggio del 2008, aprì la strada ad altre interessanti mostre di arte figurativa, numerose delle quali continuarono ad aver luogo in quella bellissima sede. Tra esse, va ricordata l'Art Exbithion di Elisabetta Semeria, una bravissima acquerellista genovese con all'attivo numerose mostre, sia personali che collettive, in Italia e all'estero, spesso premiata in virtù della qualità e della delicata freschezza della sua arte.


Di seguito la copertina del dépliant della mostra, alcune delle opere esposte e immagini riferite al giorno della vernissage    

Il dèpliant
Calle

Agli

Sottobosco

Essaouira

Francesco Carleo, presidentre Municipio IX Genova Levante, presentazione

Dionisio di Francescantonio, curatoreore della mostra, parla delle opere esposte

Francesco Carleo e Enrico Serra

La Vernissage

La vernissage

Un angolo della mostra







sabato 13 febbraio 2021

IL DELIRIO E LA SPERANZA Al Circolo della Stampa di Milano

DA SCRIVERE CON L'AIUTO DI MILENALLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL                                                                              
                           Tutte le immagini del convegno al Circolo della Stampa

I relatori
Da sinistra: Antonio Saggese, Renzo Magosso, Fabrizio Fratus, Miriam Pastorino, Michele D'Elia
Intervento di Miriam Pastorino
Intervento di Fabrizio Fratus
Intervento di Giovanni Negri
Intervento di Ernesto Emanuele
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Intervento di Antonio Saggese

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La sala conferenze del Circolo della Stampa

La sala conferenze del Circolo della Stampa
A rappresentare l'associazione Mater Matuta. Da sinistra: Luciana Parodi, Silvana Ferraris, Milena Nelli Mazza, Andreina Franchini

Da sinistra: Luciana Parodi, Milena Nelli Mazza, Riccardo Ferraris

Da sinistra: Dionisio di Francescantonio,  Luciana Parodi, Miriam Pastorino, Milena Nelli Mazza, Enzo Magosso,Andreina Franchini, Silvana Ferraris, Mauro Lami
Marco Volpati e Giovanni Negri

A destra:  Enzo Magosso
Il libro con le storie del padri vittime di separazioni conflittuali
I locali del Circolo della Stampa












 





martedì 5 gennaio 2021

ROBIN HOOD

Figlio di Tabata e di padre bianco e nero di Torriglia...fratello di Tabata II, di Morgana e di Melissa...questo è il suo albo genealogico...se tanto vi da tanto si comprende la sua natura particolare di "gatto selvatico e streghigno"!!!  Certamente ha raccolto un'eredità difficile, succedere a Red, gatto splendido, nobile e fantastico...Il contadino ama l'acqua, appena può si tuffa nella vasca da bagno, nelle conche piene di detersivo, ecc. con estremo sprezzo della paura. Beve solo dal rubinetto e morsica a spron battuto. Difende il suo territorio (casa mia!) da qualsiasi presenza... Chi sconfina lo fa a suo danno e rischio...             Nonostante tutto si spera di riuscire a civilizzarlo per una convivenza più serena (Patrizia una propretaria amante del pericolo)




KALI'

Ciao, sono Kalì. Sono nata a Calizzano (SV) nel giugno del 2004. Ero stata regalata a una bambina, la cui mamma non mi ha permesso di entrare in casa. Per fortuna questa bambina mi ha portato in giro cercandomi un padrone, e sono finita in braccio ad un signore con barba, baffi e occhiali che mi ha posato sopra il marsupio che indossava ed è rimasto a guardarmi con una certa aria che a me non dava nessun affidamento. Poi sono arrivate sua moglie (che aveva detto alla bambina che mi portava di farmi vedere al signore brutto) e sua figlia. Subito dopo mi hanno portato a casa loro. Per non sbagliare, appena arrivata, mi sono subito nascosta sotto un mobile e ne sono uscita solo per fame, circa due ore dopo. Devo dire che tutto sommato questi umani non sono male; ormai vivo con loro da quattro anni e sembra che mi vogliano bene. La piccola , che adesso è un po' più grande, mi fa giocare (e, spesso, arrabbiare) e dormo sempre con lei, la notte. Al pomeriggio faccio un pisolino con la mamma e, raramente, con il papà, anche se chi mi dà da mangiare è lui. Io cerco di essere tranquilla e di non rompere niente in casa perchè ho sentito alla televisione che gli umani abbandonano cani e gatti in autostrada. Siccome a me non piace viaggiare preferisco evitare questo evento infausto ma, con l'andar del tempo, mi sembra che i miei coinquilini siano brave persone che non farebbero mai una cosa simile. Mi piace la carne cruda a pezzetti e il tonno in scatola oltre ai croccantini che ho sempre nella ciotola.




MIMMO, GATTO CANAGLIA, DOMESTICO PER INTERESSE E PER AMORE

 Io ero un gatto di strada, una vera e propria canaglia, uno di quei felini  pronti a tutto pur di sgraffignare una fondo di prosciutto o possedere qualche micetta, non importa se una di quelle certosine morbide  e blasonate o un’umile soriana da quattro soldi. Tracce di quel tempo contrassegnato da molte lotte e da alcune sofferte vittorie permangono indelebili sulla mia pelliccia ricoperta di cicatrici, lungo la mia coda spelacchiata, nel mio sguardo diffidente, nel mio naso piatto dove qualche rivale in amore ha voluto lasciare il suo ricordo. 


Era una vita libera e selvaggia e qualche volta – ma solo quando il mio stomaco era pieno – poteva capitare che mi sentissi il re di quella striscia di terra che si estende tra Recco e Camogli, un territorio multiforme che per anni ho battuto palmo a palmo fino a conoscerne ogni insidia e ogni opportunità.   Tutto per me è cambiato da quando una coppia di innamorati è venuta a stabilirsi in una di queste palazzine di confine. Lei era una biondina di aspetto gradevole e dalla voce suadente. “Psss, psss, minin, minin, micio, micio”: faceva di tutto per attirarmi nel suo gazebo con ciotole ricolme di buone poltiglie che io avidamente ingurgitavo, aspettandomi sempre la reazione del suo compagno. Io lo temevo: non solo perché arrivava ogni sera rombando su moto potenti o sgommando su fuoristrada di ogni tipo e colore – tutti veicoli  micidiali per noi poveri felini costretti ad attraversare la strada – ma perché si capiva lontano un miglio che era geloso. Geloso delle attenzioni che la sua padroncina ora sembrava intenzionata a dirottare su di me. Ero sicuro che un giorno o l’altro quel tipo robusto, uso ad andar per le spicce, mi avrebbe fatto assaggiare la punta minacciosa dei suoi stivali.  La diffidenza fa parte della mia natura e va detto che solo i gatti randagi che possiedono questa qualità riescono a diventare anziani. Ma, per lo meno in questo caso, ho dovuto ricredermi. 

E' pur vero che lo stivaluto continua a nutrire una certa gelosia nei miei confronti, ma il suo cuore è buono e ha finito per accettarmi e anch'io ormai nutro dell'affetto nei suo confronti. Che volete? Un po' per amore e un po' per convenienza, io ho rinunciato allo stato libero e selvaggio, ho accondisceso al nome che i due umani hanno voluto impormi e mi sono parzialmente addomesticato. D'altra parte dovreste vedere quanto è confortevole quell'alloggio, ben arredato e panoramico, divani accoglienti e letti morbidi e ciotole sempre piene. 

Quel che è stato è stato; senza contare che un giorno o l'altro anche un micio esuberante e superdotato come me finirà per raggiungere la pace dei sensi.

P.S. Pace dei sensi? Stavo scherzando, naturalmente... 


CLEOPATRA

Era una femmina di basset hound, di razza purissima; era stata chiamata Cleopatra, per almeno tre ragioni: prima di tutto perché era bellissima di lineamenti, con gli occhi espressivi, umani, e cerchiati di nero, come se qualcuno l'avesse truccata. (A quanto si dice, Cleopatra non era bellissima; tuttavia è passata alla storia come sinonimo di una bellezza affascinante, capace di conquistare i più prestigiosi personaggi della Storia). Poi, perché aveva dei tratti del tutto simili alla sua omonima regina egiziana: era infatti capace di affascinare tutti i cani maschi, da quelli di razza a quelli ''fantasia'' o, come dicono, bastardini; salvo poi sbertucciarli, rifiutarli e respingerli tutti sistematicamente, con lo stesso spirito di una donna cinica e calcolatrice. E infine perché, quando camminava, procedeva sinuosa, ancheggiando vistosamente e facendo oscillare ora a destra ed ora a sinistra la coda lunga e vigorosa.…………….In realtà era una gran canaglia, perché rubava continuamente tutto ciò che le giungeva a tiro, dai salami agli arrosti, fino alle torte, e perfino i gelati, che strappava cinicamente dalle mani dei bambini; perché fuggiva di casa costringendo il padrone a cercarla disperatamente per tutto il quartiere, e perché in definitiva faceva soltanto ciò che le frullava per la testa in quel momento, senza mai ascoltare gli ordini. Inoltre prendeva in giro ogni giorno il suo padrone, ora sfilandosi il collare durante la passeggiata, con un gesto abilissimo, ora impuntandosi sulle strisce pedonali, in mezzo alla strada, bloccando così il passaggio delle auto, ora coricandosi all'ombra ed al fresco e rifiutandosi di proseguire la passeggiata. Insomma, un cane impossibile, devoto al suo padrone soltanto all'ora di colazione, pranzo, merenda, cena e spuntini.…………….La sua arma segreta era un fiuto sensibilissimo: sempre intenta a seguire la ''pista'', con il muso a terra e le orecchie lunghe e striscianti, coglieva gli odori ed i profumi più disparati, anche se esili e lontani; allora il suo incedere non era più rettilineo e regolare, ma si faceva zigzagante e sinuoso fino al raggiungimento della preda, che di solito consisteva in un panino, un pezzo di brioche o di focaccia, una fetta di salame, qualche carogna, e perfino qualcosa di peggio.……………In casa, pur consapevole dei limiti imposti dal padrone, amava sfidarlo sul difficile terreno dell'occupazione dei locali e dell'arredamento: entrare in alcune stanze 'proibite' e salire e sistemarsi sui letti e sui divani era il suo sport preferito. Una volta installatasi in una stanza e accomodatasi su un divano, era ben difficile che si facesse convincere a lasciare la sua postazione. Si iniziava così una lunga guerra, fatta di ordini perentori, di minacce e di oggetti volanti da una parte, e di risposte ringhiose e furibonde dall'altra; il tutto si concludeva per lo più con il tentativo, da parte di Cleopatra, di morsicare il suo padrone, tentativo ben presto seguito da un tardivo impulso al pentimento, che la spingeva opportunamente ad andare in castigo, rifugiandosi di sua volontà nella stanza buia, nella sua cuccia, come per autopunirsi ed espiare le sue colpe; ma dopo non più di dieci minuti, fatta la sua penitenza, eccola di nuovo in giro per la casa, con la sua bella faccia tosta, come se nulla fosse accaduto.Passeggiare per le vie della Foce era per lei (e, di riflesso, anche per lui) una preziosa occasione per recitare la sua parte di attrice consumata. Quando il padrone, in un crescendo di arrabbiatura, cercava di farla camminare, quella si distendeva in tutta la sua lunghezza, di traverso al marciapiedi, o in mezzo alla strada; in quel caso gli strumenti a disposizione contro la sua protervia, per farle cambiare idea, erano ben pochi: prima le minacce (il gesto di frustarla con il guinzaglio, ''ti lego al guard rail sull'autostrada'', la promessa di randellate, ecc.), poi gli insulti più umilianti (bestia, canaglia, cane fetente, brutta troia), poi ancora i bocconcini prelibati che ogni padrone di cane porta con sé, ed infine gli inviti e le esortazioni dei passanti, che si illudevano di riuscire a convincerla; ma il più efficace restava sempre il gesto del finto abbandono: il padrone lasciava il guinzaglio sulla schiena di Cleopatra e si allontanava con passo deciso, ma con un occhio sempre vigile e attento alle reazioni del cane. Ed ecco che, messa di fronte alla possibilità di essere abbandonata, Cleopatra si alzava lentamente, si guardava attorno e, finalmente libera, prendeva la corsa, di solito nella direzione opposta a quella del suo padrone, infilandosi ora in un bar, ora dal panettiere ed ora nel negozio del salumiere, a meno che, nei dintorni, non fosse a disposizione una bella trattoria.



SPOTTY


Il capo del branco mi ha dato il nome Spotty. Sono un cane senza qualità: inadatto alla caccia (che peraltro non è esercitata dal mio branco), inadatto alla pastorizia, inadatto alla funzione di guardiano (nella tana, oltre tutto, non c’è niente da guardare), inadatto perfino alla eventuale ricerca dei tartufi. Ho eletto capo branco Piero Vassallo dopo aver fiutato la sua eccellente inclinazione al lassismo; egli mi concede, infatti, l’assaggio di cibi severamente proibiti dai veterinari e non ripete mai i comandi che io mando a vuoto. Viviamo, io e il capo branco, in felice regime di anarchia canina. Erroneo e disastroso fra gli umani, il sistema anarchico è eccellente per i cani. Io almeno sono felice. E lo sono proprio a causa dell’assenza di qualità.